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Il 16 ottobre 2023 ricorrono 80 anni dalla razzia nazista che portò alla deportazione ad Auschwitz di oltre mille ebrei romani. Fu il tragico epilogo del lungo delirio antisemita che, proprio il 16 ottobre - data tragicamente ricorrente - del 1938, portò all’espulsione degli insegnanti di “razza ebraica”, insieme agli assistenti universitari e ai liberi docenti.

Nell’ambito del progetto “Pagina della Memoria”, dedicato proprio alla drammatica espulsione di coloro che operavano negli Enti accademici e culturali in Italia, grazie alle ricerche svolte da Alessia Glielmi, responsabile degli Archivi Nazionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è emersa l’espulsione di Giacomo Anticoli, che risiedeva presso il CNR con la famiglia, per le sue mansioni di autista e usciere: da lì, furono allontanati, per mai più tornare, vittime della deportazione. Le figlie, Fiorella e Luciana, avevano 8 e 5 anni, quando furono uccise all’arrivo ad Auschwitz, il 23 ottobre 1943.

Leone Anticoli, fratello di Giacomo, coniugato con Letizia Di Segni, fu invece espulso dall’Istituto Nazionale di Geofisica, allora Ente del CNR(vd. la sua storia di espulsione e reintegro). La figlia, Fiorella Anticoli, nata a Roma il 19 luglio 1941, fu arrestata il 16 ottobre del 1943, insieme alla nonna, Fiorina Spizzichino, madre di Leone. Furono deportate ad Auschwitz  il 18 ottobre, e presumibilmente assassinate, non esistono dati sicuri a tale proposito, al loro arrivo al campo, il 23 ottobre 1943.

Si riporta, in questa drammatica pagina  di memoria, parte della documentazione archivistica ricevuta in gentile concessione dagli Arolsen-Archives, il centro internazionale di documentazione sulla persecuzione nazista, a completamento di quanto originariamente diffuso e trattato in: Gentiloni Silveri, U., Palermo, S. "16.10.1943. Li hanno portati via", Ed. Fandango; 2012.

Il 5 dicembre del 1950, Leone Anticoli, che si firmò come dipendente dell’Istituto Nazionale di Geofisica, nel frattempo divenuto Ente autonomo, chiese all’UNESCO, in una lettera straziante, in cui è evidente il refuso sulla data di nascita della figlia, di rintracciare la sua bambina, anche a nome della moglie, definita: “la povera mamma che ancora spera”. Allegò una foto di Fiorella, che gli Archivi Arolsen ci hanno trasmesso. I nomi dei cugini Anticoli erano già inseriti negli elenchi di ricerca di 32 bimbi scomparsi, risalenti all'8 luglio1949.

Il 23 gennaio 1951 Vera Samsonoff, responsabile della Child Tracing Branch dell'International Tracing Service (ITS), rispose chiedendo ulteriori dettagli a Leone, principalmente in merito alla relazione con altri bimbi di cognome Anticoli, tra cui Fiorella e Luciana, in un contesto di diffusa omonimia tra le persone tragicamente deportate.

Nella sua successiva risposta, del 1° febbraio 1951, Leone raccontò il dramma vissuto anche dal fratello Angelo Anticoli, deportato con la moglie Celeste Zarfati, insieme alle quattro figlie,di cui una di nome Fiorella, la suocera e la cognata, il 20 maggio del 1944.

Il 12 febbraio 1951 l'ITS chiese all’Agenzia Ebraica per la Palestina di verificare la presenza della bambina nei loro registri, ottenendone, il 9 maggio 1951, risposta negativa, inviata a Leone il 21 giugno 1951.

Il 14 febbraio 1951 Vera Samsonoff scrisse nuovamente a Leone Anticoli per avvisarlo dell’inizio delle ricerche presso il Committe of Liberated Jewish in Polonia, annunciando anche la restituzione della foto di Fiorella, l’unica di cui disponeva. Risale al successivo 2 marzo, la lettera inviata da Vera Samsonoff al comitato di Varsavia.

Il 18 aprile 1951  Vera Samsonoff scrisse nuovamente a Leone Anticoli, questa volta per informarlo che i loro uffici erano passati sotto il controllo dell’Allied High Commision, non potendo pertanto svolgere ulteriori indagini su Fiorella, e rivolgendo a Leone Anticoli il consiglio di contattare i funzionari della Commissione governativa sovietica che supervisionava i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, perché una parte dei bambini liberati era stata trasferita in sanatori infantili in Crimea.

Il 27 giugno 1951 Leone Anticoli rivolse un ringraziamento a Vera Samsonoff per gli sforzi compiuti, dichiarando di non voler desistere dall’idea di voler rintracciare la figlia, e sperando ancora di poterla un giorno rivedere.

L’incartamento si conclude con la nuova richiesta del 10 giugno del 1963  al Comitato Internazionale della Croce Rossa, ricavando, il 3 ottobre, i dati incompleti contenuti nell’Elenco dei Deportati dall’Italia negli anni 1943-44.

Note di Redazione

Leone Anticoli era un collega, a cui il nazifascimo ha sottratto prima il lavoro (da cui fu poi reintegrato), la figlia di due anni, nonché il resto dei familiari, tra cui Giacomo, impiegato del CNR, con le sue figlie, di cinque e otto anni. È difficile trovare le parole per commentare la lettera con cui Leone, nel 1950, ancora definendosi di razza ebraica, supplicava notizie sulla figlia Fiorella, fino a sbagliare, nell’emozione della richiesta, la sua data di nascita.
Vogliamo ricordare Leone, al centro di una foto degli anni '70 ritrovata da Rodolfo Console, in cui appare elegante e sorridente insieme ai suoi colleghi dell'ING, presso la sede di Monte Porzio Catone.

Le storie di Giacomo e Leone Anticoli si sono intersecate nel dramma di due Enti di Ricerca colpiti dall’ignominia delle “Leggi Razziali”, fino alla tragedia della razzia nazista, che ha per sempre distrutto i destini anche di coloro che, come Leone e la moglie Letizia, sfuggirono alla deportazione.

Ringraziamenti

Si ringrazia Bice Migliau, già direttrice del Centro di cultura della Comunità Ebraica di Roma, per il fondamentale aiuto nel ricollegare le vicende di Fiorella Anticoli al padre Leone, dell’Istituto Nazionale di Geofisica.

Si ringraziano Umberto Gentiloni Silveri, Professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università Sapienza di Roma e Stefano Palermo, Professore associato di Storia economica presso l'Università Telematica Pegaso, per la loro opera di ricerca sulle vicende di centinaia di bambini ebrei romani deportati dai nazisti tra il 16 ottobre 1943 e la primavera del 1944 e assassinati nei campi di sterminio, cui questo testo fa riferimento.

Si ringraziano gli Archivi Arolsen, per la gentile e fondamentale concessione dei documenti da loro conservati su Fiorella Anticoli, qui in parte riprodotti, e comprensivi dei codici di riferimento archivistico, e a cui vanno rivolte eventuali richieste di ulteriore riproduzione e diffusione.