NAPOLI 18 APRILE 2000 INTERVENTO DI SANDRO TEMIN
L'1 e il 2 Settembre 1938 il Consiglio dei Ministri dell'Italia fascista varò i primi provvedimenti per la difesa della razza; oochi giorni dopo, il 5 Settembre, li integrò con una serie di norme antiebraiche restrittive, relative al mondo della scuola e dell'insegnamento. Da questo momento, essere ebrei in Italia significa essere espulsi dalla vita civile. Da questo momento, ogni ebre, che è pur abituato a sentirsi diverso, per la prima volta, per legge, viene catalogato come un essere privo dei diritti più elementari, viene nuovamente relegato in un ghetto morale, per certi aspetti, ben peggiore di quello da cui è stato liberato solo da pochi decenni, l'ultimo ghetto, quello di Roma, era stato aperto nel 1870.
La società civile, la società scientifica, la società produttiva espellono, per legge, dai propri organici tutti gli ebrei. Migliaia di capi famiglia impegnati in attività pubbliche, o in attività considerate strategiche dal fascismo, come le banche o le assicurazioni, o in imprese private impegnate in forniture statali, vengono cacciati dai loro posti di lavoro.
Persino al “popolino” ebreo romano, dedito da generazioni al piccolo commercio ambulante, è improvvisamente impedito di svolgere questa pur misera attività che fornisce comunque un sostegno a centinaia di famiglie.
Anche a Napoli, naturalmente, decine di capifamiglia, membri della Comunità ebraica che all'epoca contava circa 700 persone , si ritrovano da un giorno all'altro senza un lavoro.
I bambini ed i ragazzi ebrei dall'anno scolastico '38 / '39 che sta per iniziare, non avranno posto nelle scuole pubbliche.
Non lo avranno gli insegnanti ebrei, non lo avranno in questa Università i Professori ANNA FOA' - UGO FORTI - ALESSANDRO GRAZIANI - EZIO LEVI D'ANCONA - DONATO OTTOLENGHI.
La società civile e scientifica che 62 anni fa accolse nella massima indifferenza l'emanazione di queste infami leggi liberticide, oggi, finalmente restituisce ai nostri 5 Professori quella dignità calpestata.
Desidero pertanto esprimere oggi al Rettore Magnifico , Prof. Fulvio Tessitore, al Senato Accademico e a tutte le autorità dell'Ateneo, il più vivo apprezzamento, da parte di tutta la piccola Comunità ebraica di Napoli , per aver voluto la lapide appena scoperta.
Parlavo di dignità calpestata.
Allora, una intera Nazione,considerò le leggi razziali un insieme di piccole storie private di poco conto ; oggi, con questa lapide le rendiamo pubbliche e consegnamo alla Storia vicende che, per lunghissimo tempo, in tanti,hanno voluto rimuovere con un breve processo autoassolutorio .
Chi aveva da autoassolversi per aver taciuto davanti alle leggi razziali, aveva avuto vita facile, perchè, anche dopo la guerra , la tragedia incomparabile della Shoah,iniziata in Italia dopo l'8 Settembre 1943, e che non ha risparmiato la Comunità di Napoli con le sue 14 vittime deportate ed uccise dal gas di Auschwitz , ha certamente oscurato le riflessioni e le discussioni sulle leggi razziali italiane.
Il regime fascista aveva innescato un perverso meccanismo grazie al quale le norme antiebraiche facevano parte di una ampia ragnatela di disposizioni atte ad esaltare la grandezza dell ' Impero. E di fronte ad esse nessuno levò la pur minima voce di dissenso. Per restare nella nostra città, non solo i 5 Professori che oggi onoriamo furono privati del loro incarico, ed i loro allievi e la Società scientifica del loro prestigioso insegnamento, ma lo furono pure la Professoressa Isabella Lattes Coifmann allora tecnico di ruolo ad Anatomia Comparata nella facoltà di Scienze e, dai licei cittadini, furono espulsi i Professori Ida Del Valle De Paz, Luisa Graziani Cassola, Jole Tagliacozzo ed Arrigo Cantoni. Questi, con il Professor Alessandro Graziani continuarono, privatamente, la loro missione educativa in una piccola struttura di scuole medie e superiori organizzata per i ragazzi ebrei napoletani espulsi dalle scuole pubbliche. Questa Scuola non aveva una sede e le lezioni si svolgevano in case private. Gli allievi a fine d'anno potevano sostenere esami pubblici, ma a tutti quei giovani che conseguirono il diploma tra il '38 e il '43 fu vietato l'accesso all'Università.
Torniamo ai nostri Professori: a differenza di altri colleghi, in altri Atenei, che non riuscirono a guerra finita , a vedere riconosciuto il loro diritto ad essere reintegrati, le leggi razziali quindi continuavano a colpire , il Professor Forti ed il Prof. Graziani, all'inizio del '44 vennero riassunti con ordinanze del Governo Militare Alleato.Non hanno potuto godere della stessa soddisfazione il Prof. Ottolenghi ed il Professor Levi D' Ancona . Il Prof. Ottolenghi, creatore di una Stazione Sperimentale per lo studio della malaria, visse in isolamento gli ultimi anni della sua vita e morì nel 1942. Il Prof. Levi D' Ancona, ai cui figli sono grato per avermi fatto ricevere una sua corposa biografia, intima e familiare, affrontò come tanti altri colleghi, la dolorosa strada dell'esilio americano . Lì lo colse la morte nel 1941 .
Non posso finire questo intervento senza ricordare un altro Professore napoletano di nascita come i Professori Forti e Graziani. Il Professor BRUNO FOA', economista napoletano radiato dall'Università di Bari. Anche lui scelse la strada dell'esilio americano , dove, dopo una prestigiosa carriera , è morto 94enne nell'autunno scorso.
Ho iniziato ricordando il 1° Settembre 1938 ; proprio oggi, 18 Aprile 2000 , verrà discusso in Senato un testo già approvato alla Camera per l'istituzione di un giorno dedicato alla memoria.
Il mio auspicio è che la memoria unita ad una serena analisi della storia siano gli elementi volti a sradicare i sentimenti razzisti.