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Marcello Morpugo, figlio di Aldo Yedidya e Gilda Sara (Luzzatto) Morpurgo, nacque il 4 marzo 1919 a Trieste, dove suo padre era direttore di una fabbrica di sardine. Marcello aveva due fratelli maggiori, Silvia e Arrigo, entrambi morti prima della guerra. A seguito della morte del padre, Marcello si trasferì con la madre nella sua città natale, Gorizia, frequentando le scuole elementari a Trieste e le superiori a Gorizia. Andò poi a Padova, per studiare lettere all'Università, mantenendosi con lezioni private. In applicazione del Regio decreto-legge 15 novembre 1938 - XVII, N. 1779, Integrazione delle norme per la difesa della razza nella scuola italiana, Marcello fu ammesso in via transitoria a proseguire gli studi universitari, come studente di razza ebraica già iscritto, nei passati anni accademici, a Università o Istituti superiori del Regno. Divenne così uno degli ultimi ebrei a laurearsi, nel 1941. Terminati gli studi, non poté iniziare l'insegnamento, a causa delle leggi razziali fasciste, e tornò a Gorizia, dove fu costretto ai lavori forzati in una segheria alla periferia della città. Questa situazione continuò fino alla caduta del regime fascista, nel luglio 1943. Dopo l'occupazione tedesca dell'Italia, nel settembre 1943, Marcello e sua madre fuggirono verso Grado, in ottobre, per poi tornare sulla terraferma, a seguito all'occupazione tedesca dell'isola. Marcello e Gilda trascorsero i due mesi successivi vicino a Venezia dove, a dicembre, furono catturati dai carabinieri, per essere deportati. Marcello insistette sul fatto di non essere ebrei e, dopo aver mostrato la tessera studentesca, ricevette il permesso di tornare nella sua città di residenza, per recuperare il certificato di battesimo. Piuttosto che tornare a Gorizia, Marcello andò a casa di un aristocratico italiano di cui aveva istruito le figlie, Alessandro Wiel, che lo aiutò a ottenere una carta d'identità falsa, sotto il nome di Mario Martino, e trovò un appartamento per Marcello e sua madre dove poter vivere apertamente, come non ebrei. Marcello trascorse il resto della guerra vivendo da non ebreo, mantenendo se stesso e sua madre insegnando in una piccola scuola, da lui fondata.
Uscito dalla clandestinità cui fu costretto durante l'occupazione tedesca, subito dopo la Liberazione insegnò presso il Liceo Scientifico di Pordenone, e quindi in quello di Gorizia. Successivamente, divenne professore nell'Istituto “A. Da Fano” e nelle scuole statali di Milano, dove poi per oltre un decennio fu preside della Scuola Media Statale “E. Colorni”, cui si si dedicò con slancio d'iniziativa e passione di educatore.
Diresse «L'eco dell'educazione ebraica» e ha collaborato con vari periodici, per poi trasferirsi in Israele, a Beer Sheva, da pensionato.
Nel 1997, lo Yad Vashem ha riconosciuto Alessandro Wiel e sua moglie Luisa come Giusti tra le Nazioni.

Valdirose 

NDR
La testimonianza è stata raccolta dalla figlia di Marcello, Ada Morpurgo, information officer dell’Università Ben Gurion, attraverso l’opera dell’AISSI, l’Associazione degli Accademici e Scienziati italiani in Israele.
In allegato alla testimonianza, la scansione del volume autobiografico: “Valdirose”, di Marcello Morpurgo, edito da Del Bianco Editore, per gentile concessione della figlia dell’autore, a seguito della cessazione dei diritti della casa editrice “Del Bianco”, che ha chiuso le sue attività nel dicembre 2014. Eventuali richieste di rimozione, possono essere indirizzate a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fig.1 Congedo dal Servizio Militare
Congedo dal Servizio Militare, per regio decreto-legge 22 dicembre 1938, n. 2111, Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto ed al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica
Fig. 2 Carta identità falsa Carta d’identità falsa, pagine esterne Fig. 3 Carta identità falsa
 Carta d’identità falsa, pagine interne Fig. 4 Lavori forzatiLavori forzati in segheriaFig. 5 Ancora lavori forzatiAncora lavori forzati, in segheria