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In questo contributo, ricavato a partire da due articoli gentilmente concessi da Shalom, la rivista della Comunità Ebraica di Roma, si vuole puntualizzare lo sforzo compiuto, compiuto da quest’ultima, per permettere ai propri studenti di iscriversi all’Università dopo le Leggi razziali del 1938.

Il testo è stato compilato attraverso i racconti di Ferruccio Sonnino (fu pioniere di molteplici attività della vita ebraica italiana del dopoguerra, a partire dall'apporto dato alla scuola ORT e alla nascita del Liceo ebraico) e il testo scritto da Giuliana Piperno Beer (Docente di italiano e storia nelle scuole superiori, svolse molteplici studi sulle condizioni dell’ebraismo romano dall’epoca napoleonica, al periodo del regime fascista e delle persecuzioni), entrambi recentemente scomparsi. I due articoli sono tratti dal volume S. H. Antonucci, G. Piperno Beer, Sapere ed essere nella Roma razzista. Gli ebrei nelle scuole e nell’università (1938-1943), Roma, Gangemi Editore International, Collana Roma ebraica-7, 2015).

Gli articoli, in forma completa, sono reperibili ai link:

https://www.shalom.it/blog/cultura-a-roma-bc211/a-a-quando-finivamo-la-scuola-andavamo-a-fare-la-a-fojettaa-a-a-i-ricordi-di-ferruccio-sonnino-z-l-dalle-leggi-razziali-alla-liberazione-b1133111

https://www.shalom.it/blog/cultura-a-roma-bc211/ma-cosa-era-la-universita-clandestina-frequentata-da-ferruccio-sonninoy-b1133551

A tale proposito, si ringraziano la Direttrice di Shalom, Ariela Piattelli, e Silvia Haia Antonucci, Responsabile dell'Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma (ASCER) "Giancarlo Spizzichino", per la gentile autorizzazione.

Nel 2011, Ferruccio Sonnino concesse all’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma un’intervista imperniata sulla sua frequenza ai Corsi Integrativi di Cultura Matematica, affiliati all’Institut Technique Supérieur di Friburgo, organizzati da Guido Castelnuovo (insigne matematico e statistico italiano, Accademico dei Lincei, di cui fu poi eletto Presidente – n.d.r.)

Ferruccio Sonnino ricordò che: “erano grandi professori, di fama mondiale, i migliori che ci fossero sulla piazza in Italia. Supino (Giulio, ingegnere e matematico italiano, socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei – n.d.r.) insegnava a Bologna; il Bisconcini (Giulio – n.d.r.) aveva scritto dei libri di matematica per le medie. Lucaroni (Raffaele – n.d.r.) ci ha dato lezioni di antifascismo: quando finivamo la scuola, che stava in Trastevere, andavamo a fare la ‘fojetta’ (mezzo litro di vino, n.d.r.), io non bevevo, prendevo una gazzosa, e lui ci dava lezioni di comunismo, di marxismo. Era un uomo eccezionale, finiva i suoi discorsi dicendo: ‘Ma guardate, non illudetevi, questi, i comunisti, vogliono cacciare quelli per mettersi solo al loro posto’. È morto in condizioni poverissime; era di una onestà incredibile. Poi c’era il Cacciapuoti che è stato Rettore della Normale di Pisa, era professore di Fisica, era famoso (Bernardo Nestore, assistente alla cattedra di Fisica sperimentale di Amaldi, studioso di raggi cosmici - n.d.r.). C’era l’Enriques (Federigo, matematico, storico della scienza e filosofo italiano. Tra i fondatori della Scuola italiana di geometria algebrica. Accademico dei Lincei – n.d.r.) che venne a farci lezione di Storia della matematica, era una materia che a me interessava moltissimo. Per la Geometria e la Meccanica c’era Castelnuovo con Lucaroni e Bisconcini, per la Chimica c’era la Piazza (Maria, chimica e libero docente in mineralogia, n.d.r.).

Facemmo due anni con tutti gli esami del biennio che furono poi riconosciuti dall’Università di Roma.

A scuola c’era un’atmosfera particolare, era una élite. Queste persone che sono andate alla Lateranense, alla Gregoriana o a Friburgo era tutta gente di qualità, che poi ha fatto carriera, chi andava al liceo già era un’élite.”

Le Leggi antiebraiche prevedevano che chi era iscritto all’Università al momento della loro emanazione potesse continuare gli studi a condizione di essere in regola con gli esami. Per gli altri non sembrava esserci nessuna altra possibilità che recarsi a studiare all’estero, ma era una soluzione difficile da realizzare. Qualcuno cercò di entrare nelle Università Pontificie.

Tuttavia, nell’autunno del 1941 parve prospettarsi una possibilità. Guido Coen, già protagonista della creazione delle Scuole medie e padre di Luciano che aveva appena preso la maturità, notò un annuncio pubblicitario sul Journal de Genève che egli leggeva regolarmente e che era reperibile anche a Roma: l’Institut Technique Supérieur di Friburgo, in Svizzera, invitava i giovani italiani ad iscriversi ai suoi corsi di ‘insegnamento superiore di specializzazione tecnica’ al termine dei quali gli studenti avrebbero potuto conseguire un diploma di Ingegnere specialista. La chiave di volta risiedeva nel fatto che non era necessario frequentare le lezioni.

Guido Coen prese contatto con altri genitori che, incontratisi nel negozio di uno di essi, decisero di dare seguito alla proposta e si costituirono in Comitato a capo del quale fu posto Dante Almansi, Presidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane.

Il Comitato incaricò il prof. Guido Castelnuovo, illustre matematico, allontanato dall’università a causa delle Leggi antiebraiche, di prendere contatti con l’università di Friburgo e con il prof. Guido Bonzanigo, direttore dell’Istituto, l’insigne matematico ottenne di poter organizzare un corso di studi di carattere teorico ed equivalente a quello del primo biennio comune alle facoltà di Ingegneria, Matematica e Fisica.

I corsi erano tenuti nella sede degli Asili Israelitici, a Lungotevere Sanzio. Alla fine dell’anno accademico, gli studenti dovettero naturalmente sostenere gli esami che ebbero luogo in due sessioni, una estiva ed una autunnale e che in gran parte ebbero un esito positivo. L’anno accademico seguente, 1942-1943, fu istituito il secondo anno di corso. Nello stesso anno 1942-1943 fu istituito nuovamente anche un terzo anno di corso, che raccolse una quindicina di giovani.

Nel settembre 1943, con l’armistizio e la speranza che si fosse vicini alla fine della guerra e alla ripresa della vita normale, Castelnuovo scrisse una lunga e dettagliata relazione su questa esperienza, chiedendo che i giovani da lui seguiti potessero iscriversi all’università statale. Purtroppo, a causa dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi e del periodo terribile che ne seguì, non fece nemmeno a tempo a presentarla.

Dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, la relazione di Castelnuovo fu consegnata al nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, il filosofo Guido De Ruggiero, che ne fu molto colpito, e rassicurò il latore della lettera, Luciano Coen, che gli anni dei Corsi integrativi sarebbero stati inclusi nel piano di studi necessari per conseguire la laurea.

In effetti, alla fine di settembre 1944, gli studenti ‘ex clandestini’ furono presentati da Castelnuovo al Corpo Accademico dell’Istituto Matematico, nell’Istituto che successivamente ha preso il suo nome. Alcuni degli esami sostenuti presso l’Università clandestina furono convalidati dopo un colloquio pro-forma, per alcune altre discipline i giovani dovettero sostenere gli esami in un arco di tempo brevissimo, tra novembre e dicembre 1944.

 

Bibliografia

  1. H. ANTONUCCI e G. PIPERNO BEER, Sapere ed essere nella Roma razzista. Gli ebrei nelle scuole e nell’università (1938-1943), Roma, Gangemi Editore International, Collana Roma ebraica-7, 2015, pp. 60-66
Carte dimmatriculation di Ferruccio Sonnino
Carte d’immatriculation di Ferruccio Sonnino, Institut Technique Supérieur, Fribourg, n.1954, fronte e retro. Archivio privato Ferruccio Sonnino
Guido Castelnuovo Lezioni di geometria analitica
Guido Castelnuovo, Lezioni di geometria analitica, Milano-Genova-Roma-Napoli, Società anonima editrice Dante Alighieri, 1938, copertina. Archivio privato Gino Fiorentino. Testo fornito da Gino Fiorentino per i Corsi Integrativi di Cultura Matematica, affiliati all’Institut Technique Supérieur di Friburgo
Paul Lambossy Equations différentielles
Paul Lambossy, Equations différentielles, Fribourg, Institut Technique Supérieur, 1942, copertina. Archivio privato Ferruccio Sonnino. Testo utilizzato durante i Corsi Integrativi di Cultura Matematica, affiliati all’Institut Technique Supérieur di Friburgo