Il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un drammatico appello, dopo che le bombe russe hanno portato la morte persino nelle vicinanze del Memoriale per l'Olocausto di Babyn Yar, nei pressi del burrone dove, Il 29 e 30 settembre 1941, i nazisti massacrarono 33 771 ebrei. In totale, dal 29 settembre 1941 all'ottobre 1943, le autorità di occupazione naziste uccisero quasi 100.000 persone a Babyn Yar e nelle vicinanze. “Che senso ha ripetere mai più per 80 anni, se quando cade una bomba su Babyn Yar il mondo resta in silenzio? Almeno altre cinque vite perdute. La storia si ripete”, ha commentato il Presidente Zelensky, ribadendo come il nazismo “sia nato nel silenzio”. Da qui l’invocazione a “gridare per la morte dei civili, per la morte degli ucraini”.
Per la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, si tratta di “una nuova cancellazione di Memoria che si aggiunge all’oblio fatto calare sui crimini lì compiuti da nazisti e collaborazionisti locali anche durante il periodo dell’occupazione sovietica”. Immagini, quelle relative a Babyn Yar, “che sconvolgono per la loro portata anche evocativa e che si vanno ad aggiungere allo strazio per la devastazione in corso e per le centinaia, se non migliaia di vite umane spezzate”. L’UCEI conferma al riguardo quanto già comunicato negli scorsi giorni, e in particolare “la ferma condanna dell’aggressione sferrata ai danni dell’Ucraina e della sua popolazione civile”. Per rinnovare poi “la massima disponibilità a cooperare, a tutti i livelli, per iniziative di supporto e vicinanza”.